viernes, 27 de abril de 2018

Aria

Dalla finestra si vede
la luce d’un sole indifferente,
ed io, guardando al infinito,
penso a te e la tua pelle
come sabbia bagnata sotto le mie dita.

Nessuno si azzarda a interrompere la fantasia,
nessuno capisce bene che succede con me,
ma io non sono qui, con gli altri.
Sogno te, e quello caldo amabile
che parla di noi in gemiti sussurrati
lì e là,
con i pianti testimoni muti
della cosa più naturale,
seguendo i sentimenti nostri
senza pensare che direbbero i vicini.

Mangiamo insieme dallo stesso piatto
e dopo ci stringiamo in un abbraccio glabro.
Adesso, ricordando alla stessa luce d’un sole indifferente
come mi svegliasti con un bacino al collo
e poi un altro sulla guancia
ed un altro sugli occhi
ed un altro sulla bocca.
E mi ricordo di pensare
“magari svegliarci sempre alla luce
di questi baci,
al tatto di te
del tuo sguardo”.
Solo il pensiero mi fa
un lampo sulla schiena
ed infiamma il mio seno.
- Che cosa fai?
Mi dici un collega preoccupato.
- Niente, mi sono astratta.

E ritorno a lavorare con normalità.

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